lunedì 26 ottobre 2009

Spingendo la notte più in là di MARIO CALABRESI

Mario Calabresi ha scritto questo libro meraviglioso in punta di piedi con una delicatezza che a tratti diventa dolcezza, soprattutto quando parla della sua famiglia e di sua madre, e che si trasforma in tenerezza quando ricorda suo padre, il Commissiario Calabresi, ucciso dalle brigate rosse con due colpi di pistola alle spalle, la mattina del 17 maggio 1972.
Racconta una storia privata attraverso la Storia dell'Italia degli anni di piombo, ma senza la rabbia che si immagina possa provare chi ha vissuto una tragedia come la sua, perchè parla della forza che questa famiglia ha avuto per ripartire, per non farsi inghiottire dai rimorsi, di sopportare la disattenzione pubblica e l'oblio collettivo e parla di chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria.
La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, di Luigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini) costretti all'improvviso ad affrontare, soli, una catastrofe privata, che con molta difficoltà sta entrando nel vissuto collettiva.
Racconta degli atti formali che lo Stato non ha fatto per molti anni e di quelli che invece hanno ridato calore umano e rispetto per le istutuzioni che con il tempo invece sono stati operati.
Racconta di quanto Pinelli, l'anarchico morto il  15 dicembre 1969, precipitando da una finestra della Questura dove era trattenuto per accertamenti in seguito della Strage di Piazza Fontana, sia stato legato a doppio filo a Calabresi negli ultimi 40 anni. D'altra parte, il Commissario è stato ucciso perchè le brigate rosse erano convinte che la morte dell'anarchico fosse dovuta a Calabresi, anche se la verità giudiziaria che arrivò solo nell'ottobre del 1975, parlò di malore e non omicidio o di tentato suicidio.
Racconta di quanto sia tutt'ora difficile convivere con un cognome come il suo e di come la madre, donna che immagino meravigliosa, coraggiosa ed intelligente, lo abbia sempre consigliato alla mitezza e alla coerenza intellettuale.
Racconta di un uomo che gli ha fatto da padre e che in punta di piedi è entrato nella loro vita, nonostante un fantasma ingombrante, ma discreto, come Calabresi sia tutt'ora presente nella realtà di tutti loro.
Racconta di molte altre cose, che vi consiglio di cogliere tra le righe. Dispiace solo che sia così breve. Ma si può sempre rileggere..

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