venerdì 23 ottobre 2009

Ad occhi chiusi - Ragionevoli dubbi di CAROFIGLIO

Dopo aver letto "Ad occhi chiusi" e "Ragionevoli dubbi", posso sciogliere la mia riserva su Carofiglio e posso anche dirvi per quale motivo non mi aveva convinto "Testimone inconsapevole".
I primi due, nonostante lo schema della trama in qualche modo si ripete, (vittima ingiustamente accusata di aver commesso un reato in "Ragionevoli dubbi" come in "Testimone incosapevole") hanno la peculiarità di avere una vena ironica e sarcastica, e quindi non superficiale, che nel suo primo romanzo non si trova. E devo ammetterlo mi piace molto di più quando l'avvocato Guerrieri (il protagonista di tutte e tre i romanzi) diventa irriverente.
Ma andiamo per ordine.
"Ad occhi chiusi" mi ha colpito per i due complessi e coraggiosi personaggi femminili, protagoniste di questo libro. Una è Martina Fumai, una giovane donna che trova il coraggio di denunciare il suo ex compagno per maltrattamenti e vessazioni gravi, nonostante quest'uomo è il figlio del Presidente del Tribunale di Bari, e Suor Claudia, suora fuori dagli schemi con jeans e giacchetto di pelle che pratica un'arte marziale da combattere ad occhi chiusi, lontana dal pugilato tirato da Guerrieri che invece guarda in faccia il nemico e schiva i colpi guardando dove stanno per arrivare. E qui, secondo me, è il nodo di questo libro. Si parla sempre di coraggio e tutti i personaggi di questo romanzo hanno il coraggio di combattere le loro battaglie: Guerrieri lotta contro il potere dei potenti mettendo a rischio la sua stessa carriera per difendere le ragioni di Martina, la quale trova il coraggio di denunciare l'uomo potente nonostante sia ancora minacciata e Suor Claudia che combatte le battaglie di Martina per far sparire i suoi fantasmi del passato.
"Ragionevoli dubbi" invece è un romanzo della vendetta, ma anche del perdono. Guerrieri si trova a difendere Fabio Raybàn, picchiatore fascista ossessione della sua adolescenza, condannato pesantemente in primo grado per traffico di droga che ha ricusato il suo avvocato e ora vuol nominare Guerrieri appunto, come difensore. E qui ovviamente le implicazioni sono molteplici: sensi di colpa accompagnati dal desiderio di vendetta  che fanno da sottofondo ad una relazione clandestina che nasce tra l'avvocato e l'affascinante moglie giapponese del sospettato, Natsu Kawabata.
Il coraggio è un elemento presente anche in questo romanzo, perchè Guerrieri, una volta accettato l'incarico, sa che dovrà combattere contro un luogo comune diffuso: "Oltre alle regole scritte, quelle del codice e delle sentenze che lo interpretano c'è una serie di regole non scritte. Queste ultime vengono rispettate con molta più attenzione e cautela. E fra queste ce n'è una che più o meno dice: un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega. Non si fa, e basta. Normalmente chi viola queste regole, in un modo o nell'altro, la paga. O perlomeno qualcuno cerca di fargliela pagare."
Mai banale e sottilmente autoironico, anche qui, Guerrieri si difende facendoci leggere tutti i suoi dubbi, tutte le sue incertezze e le sue paure, camminando con lui nelle notti baresi dove si incontrano personaggi mai scontati, ascontando buona musica e sognando ad occhi aperti di fumare un ultima sigaretta..

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