martedì 8 settembre 2009

Prigionieri di TODD HASAK-LOWY



Chi di voi lo ha letto sa di cosa parlo, se dico nevrosi allo stato puro, con un pizzico di masochismo, un po' di apatia e un q.b. (quanto basta..!) di autocommiserazione maldestra.
Allora perchè leggerlo, chiederanno i più?
Perchè uno sceneggiatore pazzo di Hollywood che decide di scrivere la trama di un film con un cecchino serial killer che uccide i potenti del mondo, colpevoli di aver ridotto il mondo ad uno schifo, è avvincente. Se a questo ci aggiungiamo una grossa crisi di identità che prova a risolvere parlando con un rabbino dedito a sperimentare droghe nuove, beh.. il tutto diventa esilarante.
I dialoghi di questo libro, quasi tutto scritto con dialoghi, sono ficcanti, taglienti e spietati. La redenzione è lontana e in fondo non arriva neanche.
E constatare tra le pagine, che il poliziotto che deve fermare il serial killer, ma che non lo vuole fare perchè pensa che non sia poi tanto sbagliato quello che il cecchino sta facendo, è fottuto, che Daniel (lo sceneggiatore) è fottuto, che la guida di Daniel in Israele (l'"inutile" viaggio della redenzione posticcia di Daniel!) è fottuto, che il produttore che prende in ostaggio la vespa dell'agente di Daniel per avere la sceneggiatura è fottuto, che insomma chiunque incontri in questo libro è veramente fottuto, ti fa apprezzare di più quello che si ha nella vita...
Non mi sembra una magra consolazione.. no?

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