martedì 16 giugno 2009

Il controverso STIEG LARSSON

Prima di parlare della controversa trilogia di Millenium scritta dall'ormai defunto Stieg Larsson, ho deciso di leggere tutte le 2287 pagine dei tre libri: Uomini che odiano le donne, La regina dei castelli di carta e La ragazza che giocava con il fuoco.
Li ho letti in poco tempo, considerando il numero di pagine, probabilmente perchè nonostante tutto si lasciano leggere.
Certo ci sono molti punti che potrebbero essere tagliati e che sono delle mere ripetizioni di ciò che è accaduto (forse per ricordare la trama.. dovessi dimenticare mentre scorrono le centinuaia di pagine...), ma forse uno dei motivi per leggerli consiste nella constatazione della fine del mito della società perfetta.
Svezia, Norvegia, Scandinavia sono stati considerati erroneamente come esempio di civiltà, di armonica sintesi tra socialdemocrazia, capitalismo, dove per alcuni 'In Svezia lo stato, accudisce, difende, protegge il cittadino dalla culla alla tomba'.
Si tratta di nazioni, sicuramente più civili della nostra ma che funzionano, o malfunzionano come tante altre. Sono razziste, la criminalità esiste, sono affariste, la polizia è violenta, la politica corrotta. Il fatto di essere poco popolose facilita sicuramente la gestione della sicurezza. Ma il mito è morto, se mai è esistito.

Inoltre, la morte prematura dell'autore ha creato una sorta di altro mito sulla sua figura e in rete si trovano cose che, se l'autore fosse ancora in vita, forse non sarebbero state pubblicate, come il carteggio tra Larsson e la sua casa editrice durante la stesura dei tre libri:
http://blog.marsilioeditori.it/2009/01/08/le-lettere-inedite-di-larsson/

C'è un altro ingrediente che sicuramente aggiunge un po' di sapore alla godibilità dei libri, l'aver svelato una città come Stoccolma che molti di noi non conosco.. e questo lo dimostra questa guida: "La Stoccolma di Stieg Larsson. Fotografie di Maki Galimberti introduzione di D'Orrico Antonio"
http://www.marsilioeditori.it/component/marsilio/libro/3179817-la-stoccolma-di-stieg-larsson.
Ecco come lo presenta il sito:
"Nei romanzi che compongono la sua ormai celebre trilogia, ambientati in gran parte a Stoccolma, Stieg Larsson ha magistralmente raccontato una città diversa da quella dei tradizionali circuiti turistici. Case e palazzi, caffè, ristoranti e hotel: la maggior parte dei posti descritti nei suoi libri esiste davvero ed è riprodotta con minuziosa precisione. [..] Già da tempo Stoccolma è diventata meta spontanea di migliaia di fan da tutto il mondo, e il Museo della città di Stoccolma organizza dei «Millennium Tour» sulle tracce dei libri di Larsson.
Corredata dalle splendide foto di Maki Galimberti e dall’introduzione di Antonio D’Orrico, questa guida offre, appunto, un modo nuovo e intrigante di visitare la capitale svedese immergendosi nelle suggestive atmosfere della Millennium Trilogy e rivivendo le emozionanti avventure dei suoi protagonisti. La mansarda di Mikael Blomkvist e l’hotel dove si incontra con Harriet Vanger, il locale preferito di Lisbeth Salander e la bottega dove si fa fare uno dei suoi numerosi tatuaggi: sono solo alcune delle tappe dell’itinerario proposto."

Ma tutto questo ancora non spiega il successo di questi libri, o forse lo spiega solo in parte. A mio avviso gli ingredienti "vincenti" sono:
per il primo, l'aver creato il classico enigma della camera chiusa in ambientazioni nuove, usando le stesse peculiarità di Agatha Christie, atmosfera intrigante, descrizioni accurate, senso della suspense, ambientazioni realistiche dettagliate, personaggi mai privi di caratterizzazione;
per il secondo, non saprei trovare pregi, lo leggi già sapendo che ti serve solo per arrivare al libro successivo;
per il terzo: l'aver inserito l'elemento spionaggio utilizzando il fenotipo George Smiley di John Le Carrè ma non per Mikael Blomkvist, ma per Lisbeth Salander. Nei romanzi di Le Carré spesso risalta la fallibilità dei sistemi di spionaggio occidentali, con la considerazione implicita che Unione Sovietica e NATO sono sostanzialmente i due lati della stessa moneta, in cui i protagonisti sembrano votati allo spionaggio più che all'ideologia che dovrebbero difendere. La stessa cosa avviene ne "La ragazza che giocava con il fuoco" e questo rende scorrevole la lettura.

Segnalerei un ultimo punto per spiegare la divulgazione internazionale di questi libri e dell'annesso film: viviamo in un mondo virtualmente unificato che amplifica fenomeni che se avvenuti in altre epoche, forse sarebbero rimasti locali, ma la glocalità culturale della nostra società e soprattutto del web, anche se può sembrare una contraddizione in termini, amplifica l’informazione locale e la rende disponibile per la platea del mondo intero, diventando globale.
E così noi piccoli e mortali lettori di periferia ci ritroviamo a pensarci a Stoccolma con Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander.

Nessun commento:

Posta un commento