Non ho intenzione di scrivere un post sul rapporto tra islam e condizione femminile, ma fare una riflessione su ciò che è accaduto ieri sera a Roma all'Ambasciata libica, si.
Leggo dal Corriere dell Sera di oggi: "Gheddafi ha lanciato una specie di concorso attraverso una società di pubbliche relazioni. «Cercansi 500 ragazze piacevoli, tra i 18 e i 35 anni, alte almeno un metro e 70, ben vestite ma, rigorosamente, non in minigonna o scollate», è stato il messaggio dell’agenzia, che ha offerto ad ognuna un «gettone» di 60 euro. Per fare cosa? «L’obiettivo è avere alcuni scambi di opinione e donare omaggi libici», chiariva la «lettera d’ingaggio». (Gheddafi invita 100 hostess e fa lezione.)
Poi effettivamente è quello che accade ieri sera, una lunga lezione del rais sull'Islam fino a mezzanotte e dulcis in fundo, un invito a convertirsi e la distribuzione in dono di una copia del «Glorioso Corano », il «Libro verde» della rivoluzione e un opuscolo dal titolo «Come essere musulmano?».
Allora, io mi domando:
ma per fare una lezione sull'Islam la platea deve essere selezionata e pagata?
deve essere di sesso femminile, tra i 18 e 35 anni, piacevole ed elegante, alta almeno 1 metro e 70?
L'ingaggio a pagamento per farsi ascoltare è deplorevole...
Ma la disponibilità ad andare, che cosa è? Il bisogno economico o la necessità di apparire?
Oppure erano state tutte colte da una crisi mistica collettiva?
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