mercoledì 20 gennaio 2010

La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il viaggio della vita di Tiziano Terzani

Il 2010 è iniziato con una lettura intensa che mi ha richiesto qualche giorno di riflessione prima di poterne scrivere.
"La fine è il mio inzio" non è solo il titolo del libro che ho letto, ma è anche il mio neonato rapporto con questo carismatico scrittore che è stato Tiziano Terzani.
Prima di questo libro non avevo letto nulla di Terzani ed ad onor del vero, non avevo mai avuto modo di approfondire la sua conoscenza.

La prima volta che ho sentito parlare di questo libro è stato nel 2006 quando Folco Terzani, figlio di Tiziano, lo presentò all'Infedele di Gad Lerner.
Infatti, questo intenso testo è una lunga cconversazione tra Tiziano e Folco avvenuta negli ultimi mesi di vita del padre, gravemente malato di cancro, in cui si rivivono con la patina del ricordo, gli episodi, le scelte, i pensieri di un'esistenza ricca di avventure, di grandi passioni e di profonde riflessioni sul mondo e sull'essere umano. E' il racconto di una vita spesa in Asia, tra Vietnam, Cambogia, Cina, India, vissuta in un periodo di guerre, cambiamenti epocali e grandi rivoluzioni.
Questo libro è una rivelazione.
Forse non per il figlio Folco, ma per noi che ci ritroviamo tra le pieghe di una vita intensa, lo è sicuramente.
E' una rivelazione perchè ci mostra come si può vivere "diversamente".
E' una rivelazione perchè ci parla di fallimenti e vittorie, di guerre e rivoluzioni, di aspettative e speranze disattese, di desideri colletivi e piccole soddisfazioni personali.
E' una rivelazione perchè ci racconta come le passioni possono indirizzare scelte di vita importanti, ascoltandole e facendosi guidare.
E' una rivelazione perchè nonostante la delusione delle occasioni perdute dagli uomini di potere di cambiare qualcosa in questo mondo di disparità, Tiziano ricolloca il valore dell'uomo al centro di ogni questione:
l'uomo nella sua piccolezza, con le sue debolezze, con la sua pochezza rispetto all'immensità del mondo, ma comunque sempre padrone della sua vita.
E' una rivelazione soprattutto perchè ci fa vedere la morte attraverso il volto di Tiziano.
Avevo paura di arrivare alla fine del libro, perchè sapevo che lo avrei accompagnato fino al suo ultimo giorno.
Mi faceva paura sapere come ci era arrivato.
Mi spaventava sapere se la moglie e i figli erano con lui.
Mi toglieva il respiro immaginarmi tutte queste cose.
E invece, la rivelazione più grande di questo libro è proprio lei, la signora di nero vestita, e con lei, l'uomo, Tiziano Terzani, che l'ha attesa con serenità, vivendo i suoi ultimi giorni senza paura, in pace con se stesso e con gli altri, ma soprattutto che non li ha vissuti nel rimpianto di non aver fatto ciò che per lui era importante.
I rimpianti.. come vorrei non averne.
E in fondo, credo che questa sia la sua grande lezione: non si può vivere una vita rimpiangendo di non aver fatto ciò che avremmo voluto. Almeno bisogna provarci.

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