martedì 29 settembre 2009

Il processo di DON M. MANKIEWICZ

Se vi siete trovati spesso a vedere i telefilm di Perry Mason, se vi è piaciuto il film "La giuria" con John Cusack, Gene Hackman e Dustin Hoffman e se quindi siete lettori, anche occasionali di John Grisham, vi consiglio questo bel "legal thriller" di  Mankiewicz, che mi sento di definire un precursore di Scott Turow che ha dato i natali a questo genere nel 1987. L'antesignano in questione, Il processo di Mankiewicz appunto, è stato scritto solo nel 1955.
Ed ora una piccola premessa, per potervi presentare il nostro avvocato difensore David Blake, coprotagonistta con la vittima Angel Chavez di questo bel libro.
Se vogliamo provare a classificare i vari «investigatori» creati dal romanzo giudiziario dai tempi di Edgard Pöe a quelli di Conan Doyle potremmo identificarne tre tipologie, creati sia dall'arte e dalla fantasia, che dai drammi della vita, e collegarli alle tipologie di avvocati difensori presenti nell'ordinamento giudiziario agloamericano: quello, oramai fuori di moda – almeno nel romanzo – per il quale tutto è nell'astuzia; il più moderno, per il quale tutto si risolve sapendo adoperare la più impeccabile logica; e finalmente il modernissimo, che invece tutto ricava dall'osservazione minuziosa, metodica, scientifica.
Il nostro avvocato David Black forse potrebbe essere inquadrato con la seconda specie, ma con dettaglio fondamentale in più, è uno studioso di legge inadeguato nell'applicazione reale.
Ecco, infatti, come ce lo descrive Mankiewicz stesso: "David sapeva che non avrebbe mai fatto il penalista, nè l'avvocato, perchè non era tagliato per questo.  Sapeva di avere una mente chiara e ordinata, particolarmente idonea a risolvere quei problemi geometrici che rappresentano la legge nell'insegnamento universitario, e del tutto inadatta a muoversi nella foresta lussureggiante e intricata che è invece la legge nelle sue applicazioni pratiche".
Ecco, questo avvocato, per una serie fortunosa di eventi, si trovera a dover difendere un accusato indifendibile, già condannato dalla società , ma comunque innocente, nel suo primo e forse ultimo processo.
A questi pochi, ma fondamentali elementi aggiungenteci po' di cattiva politica e un bel po' di politici corrotti, un po' di razzismo e tanti giochi perfidi abilmente nascosti tra le righe di chi sembra giocare con la difesa, ma che invece sa usare e conosce bene, i vecchi metodi e il vecchio armamentario dell'istruttoria giudiziaria e li usa strumentalmente.
Essendo un thriller non posso raccontare di più.. vi auguro solo buona lettura!

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